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Il buon Manager

21 September 2015
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Cosa fa la differenza tra un Manager e un Buon Manager? Quali sono i comportamenti e le competenze distintive di quest’ultimo?

Domande che sempre più spesso mi capita di raccogliere dai Manager che incontro in aula o in percorsi di Coaching, sollecitando le loro riflessioni su esperienze vissute o in qualità di “capi”, o in qualità di collaboratori, a loro volta, di altri Manager.

Tirando un po’ le fila di questi pensieri, forse possiamo sintetizzare che uno degli elementi distintivi tra un Manager e un Buon Manager è quello del “saper essere a servizio“.

Essere a servizio, porsi a servizio in maniera attiva rispetto agli obiettivi dell’organizzazione di cui si fa parte, ai nostri clienti esterni, al nostro Responsabile e, perché no?, ai nostri collaboratori.

Senza scomodare rimandi a pensieri afferenti alle diverse religioni, di qualsiasi origine esse siano (non ultima la frase di Papa Francesco “chi è più in alto sia a servizio degli altri”), penso che in effetti il sapersi mettere con umiltà al servizio di chi, in qualche modo, ci è affidato possa essere quel qualcosa che fa realmente la differenza.

Provate a pensare quella volta in cui avete percepito nettamente che il vostro Manager era a vostro servizio: quali sensazioni vi ha provocato? Positive, di slancio, oppure negative, di debolezza dell’altro? E quella volta in cui vi siete posti a servizio di un vostro collaboratore: quali risultati avete ottenuto in termini di coinvolgimento e di impegno di quest’ultimo?

Credo che le risposte di ognuno di noi possano convergere nella stessa direzione…

Porsi in maniera attiva, consapevole e assertiva a servizio può stimolare l’altro allo sviluppo, farlo sentire riconosciuto, mantenere alta la sua motivazione e, soprattutto, tramandare lo spirito del servizio all’altro attraverso il meccanismo dellareciprocità.

E dove c’è tutto questo, c’è rispetto verso l’altro e con il rispetto c’è la collaborazione e con la collaborazione c’è il raggiungimento dell’obiettivo, ecc… ecc…